- Parodontite: predisposizione genetica o cattiva igiene?
- Quanto è importante “giocare d’anticipo” sull’insorgenza della parodontite?
- Quali sono i fattori di rischio modificabili che puoi gestire?
- Cosa puoi fare per prevenire la parodontite anche se hai familiarità
- Come mi viene diagnosticata la parodontite?
- Come si trattano le tasche parodontali?
- Cosa devo fare dopo la risoluzione della malattia parodontale?
Ci sono stati casi di parodontite nella tua famiglia? Malgrado la genetica possa rendere alcune persone più predisposte alla parodontite, non è un destino già scritto. Infatti, un’igiene dentale scrupolosa, controlli dentistici regolari e uno stile di vita sano sono ottime pratiche per prevenire l’insorgenza e la progressione della parodontite, proteggendo così i tuoi denti nel tempo.
Parodontite: predisposizione genetica o cattiva igiene?
Studi scientifici hanno dimostrato che esiste una predisposizione genetica alla parodontite. Alcune persone, per via della loro costituzione genetica, possono essere più suscettibili a sviluppare questa infezione batterica.
La parodontite (o malattia parodontale, più volgarmente piorrea) è una infiammazione delle gengive che, se non trattata in tempo e con le tecniche adeguate, può causare mobilità dentale e perdita dei denti.
La causa principale della malattia parodontale è l’accumulo di placca batterica e tartaro. Tuttavia, alcune persone possiedono una variante del DNA che comporta una risposta immunitaria più sensibile e quindi una maggiore predisposizione all’insorgenza della parodontite.
Questa predisposizione genetica può influenzare diversi aspetti, per esempio:
- Risposta infiammatoria: alcune persone tendono ad avere una risposta infiammatoria più intensa ai batteri presenti nella bocca, e questo può accelerare il danno ai tessuti parodontali.
- Funzione del sistema immunitario: variazioni genetiche possono condizionare l’efficacia con cui il sistema immunitario contrasta i batteri responsabili della parodontite.
- Metabolismo osseo: fattori genetici possono condizionare la densità e la capacità di rigenerazione dell’osso alveolare, rendendo alcune persone più inclini al riassorbimento osseo in presenza di infiammazione.
In ogni caso, è importante sottolineare che la genetica non è l’unico fattore determinante: avere una predisposizione genetica non significa inevitabilmente sviluppare la malattia parodontale e perdere i denti. Infatti, la genetica interagisce strettamente con fattori ambientali e stile di vita.
Ricapitolando
Possiamo identificare due tipologie di fattori di rischio per la parodontite:
- Fattori non modificabili, dati dalla genetica e dalla suscettibilità individuale. Non è possibile più di tanto agire su di essi, ma puoi iniziare a fare prevenzione fin da giovane, specie se hai riscontrato una storia familiare di parodontite.
- Fattori modificabili: in questo caso, abbiamo un ampio margine d’azione e puoi fare molte cose, nel tuo quotidiano (abitudini e igiene orale), per prevenire situazioni di grave compromissione dentale.
Quanto è importante fare prevenzione? Tanto, e lo vediamo nel prossimo paragrafo.
Quanto è importante “giocare d’anticipo” sull’insorgenza della parodontite?
È molto importante. Sintetizzando quanto abbiamo detto poco fa, mentre la genetica può aumentare la vulnerabilità alla parodontite (la causa principale della perdita dei denti), sono le abitudini di igiene orale e prevenzione consapevole a evitare che la patologia progredisca e faccia danni.
Ne consegue che la gestione attiva della malattia parodontale è essenziale per contrastare la perdita dei denti, indipendentemente dalla predisposizione genetica.
Perciò, dal prossimo paragrafo in poi, parleremo di prevenzione. Presso il nostro studio odontoiatrico a Modena abbiamo grande esperienza di problemi parodontali e riceviamo frequentemente persone con una igiene orale scarsa, insufficiente o poco corretta.
Come vedremo tra poco, una buona igiene dentale domiciliare, e regolari sedute di controllo e igiene professionale sono la base non solo per la salute orale complessiva, ma anche per prevenire gengivite e conseguente, possibile parodontite.
Intanto, ti suggerisco di leggere tutti i nostri approfondimenti sulla parodontite.
Quali sono i fattori di rischio modificabili che puoi gestire?
Vediamo insieme i fattori di rischio modificabili e come agire per gestire la situazione.
Placca e tartaro
I batteri responsabili della parodontite sono presenti nella placca che si accumula sui denti, perciò è molto importante eliminarla o ridurla.
La rimozione e il controllo della placca avvengono tramite un approccio integrato: il parodontologo esperto ha il compito di praticare questa rimozione con tecniche e strumenti professionali, specifici e non invasivi, né lesivi dei tessuti molli.
Inoltre, insieme all’odontoiatra e all’igienista, si istruisce il/la paziente circa il corretto mantenimento di igiene dentale domiciliare, con tecniche personalizzate e il controllo quotidiano.
Fumo
Autorevoli studi scientifici hanno dimostrato la correlazione tra parodontite e fumo, che può contribuire ad aggravare il processo infiammatorio a livello locale.
Diabete
Anche tra parodontite e diabete è riconosciuta una correlazione. Infatti, c’è un legame bidirezionale tra parodontite e diabete: le persone che hanno una delle due malattie sono più facilmente suscettibili a sviluppare l’altra. In questo caso, il controllo glicemico è imprescindibile nella cura della parodontite.
Esistono esami in grado di rilevare la glicemia e l’emoglobina glicata, e valutare lo stato di salute della persona. In queste situazioni, parodontologo e diabetologo collaborano per una efficace azione sinergica. Ma vediamo insieme le buone pratiche di controllo e mantenimento, per evitare sgradevoli sorprese.
Cosa puoi fare per prevenire la parodontite anche se hai familiarità
Anche se ci sono casi di parodontite nella tua famiglia, non hai un destino segnato, ma puoi invece fare prevenzione per evitare situazioni severe e problematiche serie. Per prevenire la comparsa della parodontite ci sono dieci regole esatte, lo sapevi?
Si tratta dei cosiddetti dieci consigli “salva denti e gengive”: sono linee guida stilate dalla Società italiana di parodontologia e implantologia (Sidp) insieme alla European Federation of Periodontology (Efp), all’American Academy of Periodontology (Aap) e all’Asian Pacific Society of Periodontology (Apsp):
- Evita il fumo.
- Prediligi un’alimentazione ricca di frutta e verdura, che garantisca l’assunzione di adeguate quantità di vitamina C.
- Fai una visita di controllo dal dentista e una seduta di igiene orale professionale almeno due volte l’anno.
- Chiedi allo specialista di eseguire il test Psr, che rintraccia in soli 5 minuti la presenza di parodontite.
- Lava i denti almeno due volte al giorno, spazzolandoli per 4 minuti.
- Scegli lo spazzolino elettrico, più efficace nel rimuovere la placca rispetto a quello manuale.
- Scegli dentifrici delicati, appositamente studiati per denti e gengive sensibili.
- Utilizza gli scovolini interdentali di grandezza adeguata ai tuoi spazi, oltre al filo interdentale.
- Usa un adeguato collutorio antiplacca, su consiglio del dentista, e fai riferimento allo specialista per le più corrette modalità di utilizzo.
- Se le gengive sanguinano, si ritraggono o risultano rosse, recati subito dal dentista per una valutazione adeguata.
Come scopro se ho la parodontite? Lo vediamo insieme nel prossimo paragrafo.
Come mi viene diagnosticata la parodontite?
Per rintracciare la presenza della parodontite, è possibile avere una risposta immediata con un semplice sondaggio parodontale, chiamato PSR – Periodontal Screening Recording.
Si tratta di test eseguito con una sonda, in pochi minuti e senza alcuna invasività, per stabilire lo stato di salute del parodonto (la struttura anatomica di sostegno del dente) e rintracciare la presenza di tasche parodontali.
Fisiologicamente, il solco gengivale è profondo fino a 3 millimetri; quando supera i 5 millimetri siamo in presenza di una tasca parodontale.
Come si trattano le tasche parodontali?
Per prima cosa, le tasche parodontali si trattano rimuovendo o riducendo i batteri presenti, tramite sedute mirate di strumentazione in profondità (terapia parodontale non chirurgica). Una volta ottenuta una riduzione completa dell’infiammazione, si può verificare se rimangano ancora delle tasche parodontali.
Se sono ancora presenti tasche parodontali, per il/la paziente senza infiammazione e senza la presenza di altri fattori di rischio, si possono seguire specifiche terapie parodontali chirurgiche, per eliminare o ridurre le tasche residue.
Col progresso della scienza, oggi possiamo avvalerci di diverse strategie terapeutiche, da applicare a seconda della situazione clinica e che si effettuano seguendo criteri di mini-invasività, mediante l’utilizzo di microscopi ad altissima risoluzione.
Cosa devo fare dopo la risoluzione della malattia parodontale?
È fondamentale fare la TPM o Terapia Parodontale di Mantenimento, che consente di mantenere i risultati ottenuti più a lungo nel tempo. Ricorda che la malattia parodontale è cronica e, una volta trattata, è necessario tenere monitorati i fattori di rischio nel tempo. Per questo motivo, la terapia parodontale di mantenimento è la soluzione efficace per la tua salute dentale e parodontale negli anni.
Spero di averti spiegato con parole semplici l’importanza della prevenzione parodontale anche in caso di familiarità con questo problema. Se hai altre domande, vuoi chiarire dubbi o prenotare una visita da noi, non esitare a contattarmi all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: siamo sempre disponibili per te.
Lascia un commento