Come evitare l’estrazione e la perdita dei denti

Il Dott. Francesco Bernardelli spiega il suo metodo frutto di oltre 20 anni di ricerca che ha permesso di salvare centinaia di denti destinati ad essere estratti. Scoprirai il segreto che ti permette di conservare a lungo il tuo sorriso quando tutti ti diranno che non c’è più nulla da fare.

 

Vuoi mantenere i denti tutta la vita?
Vuoi spendere poco tempo e non sottoporti a costose e fastidiose cure odontoiatriche?
E’ possibile?
La risposta è Si.
E la cosa più bella e sensazionale che basta poco e la scienza ce lo dice con certezza.

Qual è la più seria minaccia a questo bellissimo sogno?

La parodontite.
La parodontite è una malattia cronica tanto frequente che l’OMS (organizzazione mondiale della sanità) l’ha definita endemica (presente nella popolazione a livello mondiale).

Vediamo i numeri.

Colpisce al mondo 743 milioni di individui e in Italia 20 milioni (nel 15% in forme gravi).
Sempre nel nostro paese, secondo le ultime stime, un individuo su 2 è colpito sopra i 40 anni e 2 su 3 sopra i 65 anni. (Approfondisci con questo articolo I numeri della parodontite)
La parodontite è una delle malattie più temute e che produce più danni a livello sociale ed economico nella popolazione.

Inquadriamo ancora meglio il problema.

La malattia è molto insidiosa e spesso asintomatica per molto tempo, in quanto i segni clinici sono per lo più tardivi ed il paziente può giungere alla nostra osservazione già in fasi avanzate.Gli effetti più comuni della malattia sono:

  • Sanguinamento delle gengive: il sanguinamento può essere spontaneo o provocato dalla masticazione o dalle manovre di igiene orale domiciliare.
  • Mobilità dentale: i denti risultano mobili al tatto e possono rendere difficile la masticazione.
  • Spostamento dentale: a causa della compromissione dei tessuti di supporto, i denti si spostano dalla loro posizione originale.
  • Ascessi gengivali: rigonfiamenti gengivali accompagnati da dolore più o meno intenso.
  • Recessione gengivale: una modifica della posizione del margine gengivale con conseguente allungamento delle dimensioni del dente. Il paziente vede il dente più lungo.

Capita spesso che il paziente osservi:

  • denti allungati
  • denti migrati (spostati dalla posizione originale)
  • asimmetria delle proporzioni (i denti allungati creano asimmetria con i denti vicini)
  • spazi neri tra un dente e l’altro causata dalla retrazione della gengiva interdentale.

 

Questi effetti pongono spesso il professionista davanti alla richiesta del miglioramento estetico e della risoluzione della problematica.
Questo implica interventi e costi elevati. Perché non si dovrebbe mai fare terapia senza mettere sotto controllo la malattia parodontale?

La scienza ci indica la strada: leggi bene di seguito.
E’ sconsigliata una terapia volta a trattare le problematiche estetiche in assenza di un controllo della malattia parodontale perché le percentuali di successo e durata saranno fortemente ridotte.

 

La stessa situazione avviene qualora sia perso un dente o più denti per la malattia parodontale.
Ci sono dati scientifici che ci dicono chiaramente come sia fondamentale il controllo della malattia parodontale prima di inserire impianti e protesi da essi sostenute.
Infatti i pazienti con malattia parodontale hanno un rischio aumentato di 4,5 volte di avere problematiche infiammatorie intorno agli impianti.
Questo spiega perché gli impianti dentali possono e devono aspettare.

Come possiamo fare diagnosi di parodontite precocemente e in modo certo?


Occupandomi di salute dentale da quasi 25 anni posso darti una buona notizia.
Grazie ad una sonda parodontale millimetrata infatti è possibile fare una diagnosi di screening in modo rapido, non invasivo ed indolore, con il test P.S.R.
Questo ci permetterà in modo istantaneo di poter valutare e classificare il tuo stato di salute gengivale.

Il PSR (Parodontal, Screening, Recording) è un esame da cui nascono tre possibilità:

  • Salute gengivale: non è presente la malattia
  • Gengivite: quando è presente una malattia superficiale (limitata all’infiammazione gengivale)
  • Parodontite: quando la malattia colpisce i tessuti profondi (oltre la gengiva il legamento parodontale e l’osso alveolare)

A sua volta la parodontite può essere catalogata come: 

  • Lieve, Grave e complicata
  • Localizzata o Generalizzata 

L’ultima classificazione delle malattie parodontali è stata pubblicata nel 2018 successivamente al Workshop mondiale dell’EFP (European Federation of Parodontology).
Tale graduatoria ha diviso la malattia in 4 stadi e 3 gradi:

  • Gli stadi vanno da 1 a 4 (1 più lieve, 4 più severa) indicano la gravità della malattia. 

I parametri presi in esame riguardano il livello di perdita di attacco, il numero di denti pesi ed una serie di altri parametri specifici.

  • Gradi (a, b, c) esprimono la probabilità di regressione della patologia. 

Quello che devi assolutamente sapere è che una diagnosi precoce può salvarti dal pericolo di perdere i denti!

Qualora la parodontite sia gà presente cosa bisogna fare?
Continua a leggere e lascia che ti racconti cosa dice la ricerca.

Forse non lo sai, ma in Svezia è stato fatto uno studio durato ben 30 anni!

A condurlo fu il Dott. Per Axelsson che monitorò 550 pazienti dal 1972 al 2002. I soggetti vennero divisi in 2 gruppi (ognuno suddiviso poi in 3 sottogruppi). Tutti i pazienti sono stati curati per la parodontite ed inseriti in due gruppi. Il primo seguiva un programma di mantenimento discontinuo, mentre il secondo un programma di mantenimento continuo.

 

Ecco quali sono stati gli aspetti su cui si è concentrata l’indagine: 

  • Numero di denti persi 
  • Carie manifestate 
  • Quantità e frequenza di problemi dentali e parodontali 

I risultati ottenuti sui soggetti che hanno seguito la terapia di mantenimento accurata hanno dato esisti sorprendenti.

 

Continua a leggere per scoprirlo.

 

Dei 550 pazienti (17600 denti totali) solo 21 denti di tutto il campione sono stati persi a causa di carie o per una parodontite (stiamo parlando dell’1,2%).
Per quanto riguarda il numero di carie per sottogruppo era 1.2, 1.7, 2.1… una media di 2 carie per sottogruppo. 

CONCLUSIONE:

Questo è un dato importantissimo che dimostra come una terapia di mantenimento ben eseguita abbia prodotto effetti positivi sia sulla parodontite che nella prevenzione della carie. 

 

Si hai capito bene: nel gruppo che per 30 anni ha seguito il programma di richiami e controlli con regolarità e dedizione ha salvato i propri denti naturali. Non ti nascondo il fatto che i soggetti analizzati siano stati incoraggiati a prendersi cura della propria salute dentale con regolarità.

Alla fine però hanno anche riconosciuto il beneficio tratto da un elevato standard di igiene orale che gli ha permesso di ottenere eccellenti risultati impiegando poco tempo e non dovendo sottoporsi a cure impegnative e costose.

Cosa ti propongo?

Nel corso della mia carriera professionale ho dedicato molta attenzione alla cura del paziente ed ho identificato un protocollo parodontale personalizzato. La diagnosi è il fattore fondamentale per individuare la situazione del singolo soggetto e studiare tempestivamente la soluzione vincente per ristabilire la salute parodontale.

Non dobbiamo dimenticarci che ogni paziente si differenzia l’uno dall’altro, sia per le caratteristiche individuali che per le abitudini comportamentali degli stili di vita adottati.
Per tale motivo il professionista deve analizzarti a fondo ed individualizzare la terapia in base alle tue peculiarità. Quello che sto cercando di dirti è che non tutte le terapie sono uguali e non tutte funzionano per un determinato soggetto.


Sia tu che un tuo amico, conoscente o parente potreste avere la malattia parodontale, non è detto che la situazione venga risolta allo stesso modo. Per queste ragioni è fondamentale lavorare sul profilo di rischio individuale, in cui andrò ad identificare i fattori di pericolo per definire quella che io chiamo Terapia Parodontale individuale.
Sto parlando di quel sistema unico adottato da Axelsson che io stesso ho ripreso, cercandolo di renderlo più performante alle richieste dei miei pazienti. 

 

Di fatto cercheremo di fare il meno possibile per trarne il maggior beneficio!

In concreto ti fornirò un supporto, informandoti su quella che è la tua situazione consegnandoti tutte le indicazioni necessarie per vincere insieme la battaglia contro la malattia parodontale.
Ribadisco ancora una volta l’importanza di un’alleanza tra medico e paziente che rappresenta la chiave di volta per il successo nel controllo di tale patologia.
Sei curioso di sapere come funziona il sistema che ho messo a punto in oltre 22 anni di professione?

Ecco che di seguito ti mostro quelli che per me sono i 3 principi fondamentali:

  • Analisi individuale 
  • Identificazione del profilo di rischio individuale 
  • Terapia personalizzata 

La terapia personalizzata prevede a sua volta:

  • Una diagnosi parodontale completa
  • La risoluzione delle problematiche 
  • L’identificazione di un percorso definito di “prevenzione secondaria e terziaria” per quei soggetti che hanno già avuto la parodontite. Tale percorso mi permetterà di individualizzare le strategie e condividerle con te per raggiungere un successo a lungo termine.

In effetti seguire i pazienti personalmente per tutta la vita è la chiave di volta del successo.

 

La terapia di una malattia cronica comporta, durante tutta la vita, non solo l’approccio clinico ma anche la terapia comportamentale per aiutare il paziente a mantenere costante nel tempo il controllo dei fattori di rischio.

 

CONCLUSIONI

Il controllo della malattia parodontale è il primo obbiettivo da raggiungere e soprattutto mantenere nel tempo per salvare i denti naturali.
Per fare questo la parola d’ordine è costanza. Il professionista ed il paziente in questo percorso devono allearsi e andare nella stessa direzione. La scienza ci indica la strada non rimane che percorrerla insieme per garantirsi una vita migliore.




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