Un dente devitalizzato può fare male? Ecco quando succede e cosa fare

È vero che un dente devitalizzato può fare male dopo diverso tempo dalla devitalizzazione? Non dovrebbe, se la devitalizzazione è stata correttamente praticata. Infatti, durante questa pratica, viene eliminato il fascio vascolo-nervoso, cioè la componente sensibile. Pertanto, il dente devitalizzato non ha sensibilità dolorosa né trasmissione nervosa. Tuttavia, capita che alcune persone lamentino dolore in corrispondenza di un dente devitalizzato: in questo articolo cercheremo di capire perché e come intervenire.

Quando è necessaria la devitalizzazione di un dente?

Quando un dente presenta una carie profonda ed estesa, può essere necessaria la disinfezione dei canali delle radici di un dente (si parla di devitalizzazione o anche terapia canalare o terapia endodontica).

Questo trattamento prevede la rimozione del tessuto presente all’interno dei canali e la pulizia di tutto lo spazio all’interno del dente, per alleviare il dolore dovuto alla carie e curare l’infezione prevenendo ulteriori problemi.

Nelle ore immediatamente successive al trattamento, possono comparire lievi disagi o dolore, del tutto normali dopo queste procedure: non devi preoccuparti.

A proposito di devitalizzazione, potresti trovare interessanti questi articoli tematici:

Presso il nostro studio odontoiatrico Vaccari a Modena riceviamo spesso domande e dubbi di pazienti intimoriti dal possibile dolore ai denti devitalizzati, perciò è molto utile proseguire la lettura di questo articolo, poiché nei prossimi paragrafi affronteremo la questione in maniera specifica.

Per quanto tempo può fare male un dente subito dopo la devitalizzazione?

Il lieve dolore che si può presentare nel giro di poche ore è destinato, nella maggior parte dei casi, a scomparire al massimo entro un paio di settimane.

sintomi sono riconducibili prevalentemente a una infiammazione dell’area intorno alla radice del dente (tessuti periapicali e legamento parodontale): infatti, nonostante il dente sia stato privato delle sue componenti sensibili, come abbiamo visto nell’introduzione, può talvolta causare un po’ di dolore per via di queste condizioni:

  • Infezione preesistente.
  • Fuoriuscita dall’apice del dente di residui della polpa, batteri e tossine.
  • Irritazione dovuta a materiali e disinfettanti necessari al trattamento stesso.

La sintomatologia fastidiosa può presentarsi nel giro di poche ore dopo il trattamento e normalmente si acuisce con gli stimoli pressori (spazzolamento, masticazione, semplice pressione con le dita).

Fortunatamente, il dolore può essere alleviato e ridotto quasi fino a farlo scomparire tramite una terapia antidolorifica.

Rimedi al dolore del dente devitalizzato 

Gli antidolorifici più utilizzati fanno parte della categoria denominata FANS e agiscono bloccando le prostaglandine, cioè i mediatori chimici che attivano e sostengono il processo infiammatorio, ottenendo, di conseguenza, un effetto analgesico (alleviano il dolore).

Tra i principi attivi più diffusi possiamo trovare l’Ibuprofene (es. Brufen®, Nurofen®, Moment®), il Ketoprofene (es. Oki®) o il Ketorolac (es. Toradol®).

Un altro principio attivo utile, sebbene più con effetto antipiretico (antifebbrile), è il Paracetamolo (es. Zerinol®, Tachipirina®).

Tutti questi medicinali possono garantire un efficace controllo del dolore soprattutto nelle fasi iniziali, ma devono essere assolutamente prescritti dal proprio dentista di fiducia e non assunti spontaneamente.

Il dolore dopo un trattamento endodontico è soggettivo: può variare da una persona all’altra e anche da un dente all’altro. Infatti, alcuni pazienti potrebbero non provare alcun dolore, mentre altri potrebbero avvertire sensazioni di disagio per un breve periodo.

Ecco alcune note da tenere a mente riguardo al dolore:

  • Durata: un lieve dolore o fastidio è normale dopo il trattamento endodontico, e di solito scompare entro pochi giorni.
  • Farmaci antidolorifici: il tuo dentista ti prescriverà antidolorifici se li riterrà necessari. È importante seguire scrupolosamente le istruzioni e non superare mai le dosi raccomandate.
  • Evitare cibi duri: dopo il trattamento, evita cibi duri per alcuni giorni. Meglio scegliere alimenti morbidi e a temperatura ambiente.
  • Utilizzo responsabile degli antibiotici: sono farmaci potenti, usati per prevenire le infezioni batteriche. Tuttavia, devono essere prescritti solo quando c’è una evidente infezione batterica in corso. È essenziale tenere a mente che l’uso eccessivo o inappropriato degli antibiotici può determinare la resistenza batterica, rendendo questi farmaci meno efficaci in futuro.
  • Consultare sempre il dentista: se sospetti un’infezione o avverti un peggioramento dei sintomi dopo il trattamento, consulta il tuo dentista anziché assumere antibiotici autonomamente.

Riassumendo, il dolore dopo un trattamento endodontico è normale e può essere adeguatamente gestito con farmaci antidolorifici e semplici accorgimenti.

In caso di dolore post-operatorio, il dentista prescriverà farmaci antinfiammatori per la diminuzione o la scomparsa della sintomatologia fastidiosa. Gli antibiotici devono essere usati solo se necessario, per trattare un’infezione batterica diagnosticata dal dentista.

Dolore al dente appena devitalizzato o devitalizzato da anni: quali differenze?

Ti chiederai: “Se un dente devitalizzato è stato privato delle terminazioni nervose, come può fare male?”

Dobbiamo fare distinzione tra il dolore che potrebbe comparire subito dopo l’intervento e il dolore che invece può manifestarsi in un dente devitalizzato da tempo:

  • Subito dopo la devitalizzazione: è possibile provare un po’ di dolore o fastidio nella zona trattata, come abbiamo visto poco fa, gestibile con antidolorifici e qualche accorgimento. Infatti, oltre al dente devitalizzato, anche le gengive e i denti adiacenti hanno subìto un piccolo trauma, e quindi si può avvertire un senso di infiammazione nell’area di intervento.
  • Dolore dopo più tempo dalla devitalizzazione: le cause possono essere diverse, ed è bene indagare con uno specialista. Spesso, il/la paziente prova dolore perché non tutte le terminazioni nervose vengono rimosse dal dente devitalizzato: per esempio, i recettori di pressione del dente rimangono intatti. Può anche capitare, come vedremo in seguito, che siano state eseguite non correttamente terapie canalari, ma non sia presente la sintomatologia dolorosa.

Vediamo di capire di più su questo secondo caso nei paragrafi che seguono.

Perché mi fa ancora male un dente devitalizzato?

Se il dente è già stato devitalizzato, ma hai ancora una sensibilità sul dente stesso, significa che qualcosa potrebbe essere andato storto: in questi casi, è necessario effettuare una radiografia di accertamento diagnostico, perché probabilmente la devitalizzazione non è stata eseguita correttamente, e qualche passaggio andrebbe rivisto.

Se è questo il caso, è probabile che il fascio vascolo-nervoso non sia stato completamente asportato da uno dei canali (ricorda che il dente ha più radici e quindi più canali radicolari).

In queste condizioni, il fascio vascolo-nervoso può continuare la trasmissione dolorosa e provocare fastidio o dolore. Oltre a questa situazione, ci sono altri scenari che meritano di essere menzionati. Nel prossimo paragrafo vedremo ancora più da vicino la questione.

Hai bisogno di maggiori informazioni?CONTATTACI

È vero che un dente devitalizzato da anni può ricominciare a fare male?

In alcune situazioni, la sintomatologia dolorosa a carico di un dente devitalizzato può ripresentarsi anche dopo molto tempo. Le cause più frequenti possono essere:

  • Incompleta disinfezione del canale radicolare, dovuta a difficoltà o alterazioni anatomiche;
  • Parziale o mancato reperimento di uno o più canali.
  • Frattura parziale o totale delle radici dell’elemento dentale.

L’odontoiatra o l’endodontista, cioè lo specialista che si occupa di queste problematiche, valuterà se procedere con il ritrattamento dei canali, con l’apicectomia della radice o, eventualmente, con l’estrazione del dente.

RITRATTAMENTO DEI CANALI

È un re-intervento che ha lo scopo di risolvere le criticità preesistenti; per fare ciò, è indispensabile che l’operatore possieda adeguate competenze e strumenti adatti a ovviare alle complessità anatomiche o tecniche del re-intervento.

APICECTOMIA DELLA RADICE

Questa pratica prevede una piccola incisione della gengiva per riuscire a esporre e rimuovere l’apice infetto o fratturato della radice del dente.

ESTRAZIONE DEL DENTE

Qualora non risultassero possibili né il ritrattamento né l’apicectomia, il dentista prenderà in considerazione l’estrazione del dente; questa pratica è irreversibile, è da valutare solo dopo aver escluso le precedenti possibilità. Sarà poi premura del dentista fornire tutte le informazioni relative alle più adeguate metodiche e soluzioni terapeutiche per sostituire il dente estratto.

Come capire se un dente è stato devitalizzato male? 

Cosa distingue una devitalizzazione che ha successo da una che non ha successo? Bisogna considerare due aspetti: uno prettamente clinico e uno di interesse del/la paziente.

Aspetto clinico di interesse odontoiatrico

Rivediamo brevemente i passaggi che caratterizzano la devitalizzazione:

  • Rimozione del fascio vascolo-nervoso.
  • Sagomatura dei canali radicolari.
  • Disinfezione dei canali radicolari.
  • Otturazione tridimensionale dei canali.

Si dovrebbe osservare radiograficamente come l’intera lunghezza del canale radicolare sia stata otturata dal materiale, che deve arrivare fino all’apice radicolare, e non deve perciò essere né più lungo né più corto.

Inoltre, dovremmo osservare un riempimento tridimensionale, cioè si dovrebbe notare la compattezza del materiale stesso: tutto ciò indica una corretta esecuzione della terapia canalare.

Un’altra caratteristica clinica è l’assenza di una rarefazione periapicale o un’area di infiammazione periapicale (granuloma periapicale): se ci fosse, sarebbe presente un processo infiammatorio cronico, e quindi ci sarebbero batteri a livello radicolare.

Aspetto di interesse del/la paziente

Senza dubbio, la differenza è l’assenza del dolore: ci sono terapie canalari corte (cioè che non “coprono” l’intera lunghezza della radice), ma che non sono minimamente avvertite dalla persona, e che magari sono state eseguite 10, 20 o 30 anni prima. Al contrario, vedo terapie canalari lunghe e completamente asintomatiche.

Anche gran parte dei granulomi viene diagnosticata in modo casuale! Nella quasi totalità dei casi, le persone non si rendono conto di avere queste problematiche.

Ma quindi, queste condizioni sono da considerarsi insuccessi clinici? A mio avviso no, poiché l’assenza della sintomatologia può consentire alle persone di condurre una vita masticatoria assolutamente regolare.

Invece, ci sono terapie canalari apparentemente eseguite in maniera corretta, ma che presentano sintomi. Quindi, la grande discriminante è proprio la percezione del/la paziente: se è presente sintomatologia dolorosa e se sono presenti le condizioni di cui abbiamo parlato poco fa, la terapia canalare dovrà essere nuovamente eseguita.

Riassumendo:

Sostanzialmente, per verificare che una devitalizzazione sia ben fatta, è opportuno analizzare la radiografia fatta alla fine dell’intervento.

Non solo. Mi preme sottolineare, come faccio sempre in tutti gli articoli, quanto sia importante affidarti a uno studio dentistico serio e dalla comprovata esperienza, per evitare di incorrere in evenienze sgradevoli come quella che abbiamo descritto poco fa.

Quando si agisce sulla salute orale, è imprescindibile affidarsi a mani esperte, evitando di scegliere superficialmente soluzioni economiche dalla dubbia efficacia.

Molto spesso, infatti, ci potrebbero essere conseguenze problematiche sia sulla tua estetica dentale, sia a livello della funzionalità stessa dei denti.

Per concludere: l’importanza della prevenzione

Sembra scontato dirlo, ma la prevenzione è un aspetto importantissimo che non va trascurato. È uno strumento prezioso che abbiamo a disposizione per contrastare l’insorgenza di eventi dannosi, come infezioni o infiammazioni, che possono rendere necessari ritrattamenti canalari.

Oltre all’igiene orale giornaliera, la prevenzione è fatta anche di igiene dentale professionale, visite di controllo periodiche e cura delle gengive.

Spero di essere stato utile e di aver chiarito tutti i tuoi dubbi. In caso di ulteriori domande, non esitare a scrivermi all’indirizzo simone@simonevaccari.it o a rivolgerti allo studio: siamo a disposizione per qualsiasi necessità.

 

 

Info e prenotazioni

Compila il form, oppure chiamaci al numero +39 059 2929631


    I campi contrassegnati da asterisco (*) sono obbligatori.

    SPECIFICARE IL TIPO DI VISITA *
    MESSAGGIO


    I campi contrassegnati da asterisco (*) sono obbligatori.

    Simone Vaccari

    Simone Vaccari

    Si diploma in Odontotecnica con il massimo dei voti nel 1994, poi presso l’Università Degli Studi di Modena e Reggio Emilia si Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria nel 1999 con la votazione di 110/110 e lode. Negli anni 2000 e 2001 frequenta diversi corsi di aggiornamento negli Stati Uniti e in particolare Los Angeles, California, dove ha la possibilità di appassionarsi e di apprendere le tecniche più moderne e innovative in tema di Estetica Dentale. Nel 2003 fonda a Modena lo Studio Vaccari dove esercita la libera professione dedicandosi prevalentemente alla protesi adesiva ed all'estetica dentale. Relatore a numerosi corsi e congressi in Italia e all’estero, è considerato un punto di riferimento internazionale sul tema delle faccette dentali in ceramica.

    More posts by Simone Vaccari

    Lascia un commento