Faccette in Ceramica o Faccette in Composito?

faccette in ceramica o faccetta in composito

PERCHE’ UN DENTISTA SCEGLIEREBBE LA CERAMICA SE DOVESSE CAMBIARE IL SUO SORRISO

Sfatiamo l’arcano mistero attraverso la ricerca e la letteratura scientifica.

Dopo tanti anni la domanda è sempre la stessa: qual è il materiale migliore per le faccette dentali?

L’argomento è poco chiaro sia alle persone non addette ai lavori, che ai tanti operatori del settore.

Vediamo di rispondere a questo fondamentale quesito analizzando la letteratura scientifica del settore.

Al fine di verificarne l’adeguatezza, per la prima volta nella storia dell’odontoiatria è stata effettuata l’analisi dell’elemento finito.

Questa tecnica è molto conosciuta agli Ingegneri nel campo della ricerca meccanica, ma praticamente sconosciuta ai Dentisti.

faccette ceramica o composito prima dopo

Sai cos’è l’analisi dell’elemento finito?

Il modello finito consiste nella riproduzione tridimensionale a computer di un campione che si intende indagare.

Vengono successivamente impartite sullo stesso sollecitazioni virtuali, così da ricevere risposte precise.

Questo tipo di studio consente di esaminare un prodotto con maggior dettaglio, in modo più approfondito e fornendo delle risposte in poco tempo.

Vediamo che cosa è emerso dall’applicazione di questa ricerca al dente.

In condizioni di riposo l’elemento dentale è una struttura in perfetto equilibrio dove le forze sono bilanciate e distribuite armonicamente.

Nella prima figura viene espresso molto bene questo concetto.

Le zone blu scuro sono le zone neutre mentre le azzurre coincidono con le aree di distribuzione dei carichi.

Cosa succede quando l’elemento dentale è sottoposto ad una forza (rappresentata nello schema dalla freccia arancione)?

E’ facile notare come le tensioni all’interno del dente rimangano invariate.

faccette in ceramica o faccetta in composito illustrazione 1

Di conseguenza, i carichi ricadono sulla parte esterna (vestibolare del dente stesso).

Dalla dinamica osservabile, possiamo constatare ancora una volta come la natura sia una macchina perfetta.

La dentina e lo smalto lavorano in completa sintonia tra loro, rispondendo ad un carico.

In questo modo consentono alle tensioni nel dente di rimanere invariate, andando a concentrarsi in una particolare zona.

L’area gialla delinea i settori in cui lo smalto tende ad accumularsi maggiormente.

È in queste porzioni che il dente è più resistente.

Questa è una scoperta magnifica!

La dentina è elastica e si deforma sotto carico.

Trasmette quindi tutta la tensione allo smalto che invece è un tessuto molto duro.

Nello specifico il carico viene concentrato dove lo smalto trova maggiore spessore (la più resistente).

È esattamente nella zona vestibolare, diventata gialla sotto carico, che vengono applicate le faccette dentali.

I risultati sono semplici da capire anche da un non esperto.

Ora voglio farti una domanda.

Tu quale materiale andresti mettere nella zona gialla?

Un materiale duro e rigido o uno tenero ed elastico?

La risposta è semplice.

Tutti vorrebbero qualcosa di rigido per fare fronte allo stress che si sta accumulando.

Per guidarti alla soluzione ti fornisco due valori.

Lo smalto dei denti naturali ha modulo di elasticità di 80Gpa.

Quello che devi sapere è che la ceramica feldspatica ha un modulo elastico di 75-80Gpa e il composito di 15-18Gpa.

Torniamo alla domanda iniziale: quale è il materiale migliore?

Hai bisogno di maggiori informazioni?

Composito o Ceramica?

Ti sei risposto da solo.

Va da sé che il materiale ideale è la ceramica, perché ha indice più alto e simile allo smalto dei denti.

Sono poi in commercio delle ceramiche, come quelle a base di disilicato di litio, il cui modulo di elasticità sale a 350Gpa.

La ceramica è il materiale migliore per le faccette dentali per due motivi:

  • Presenta un modulo di elasticità più simile a quello dello smalto
  • È più rigida e resistente, pertanto ideale per essere applicata nella parte del dente dove è maggiore lo stress da sovraccarico.

Altri studi scientifici hanno poi dimostrato che la ceramica cementata su smalto naturale va ad aumentare la resistenza del dente.

La faccetta in ceramica non solo non indebolisce il dente, ma lo rinforza rendendolo più resistente ai carichi e ai traumi.

Fino a qui è tutto chiaro, ma cosa succede se vado a mettere composito nella zona gialla?

In altre parole cosa succede se faccio una faccetta in composito?

Andando ad applicare un materiale meno rigido e più elastico nell’area di accumulo degli stress, la resistenza del dente viene indebolita.

Questo è stato dimostrato dall’esame dell’elemento finito.

Per semplificartela ulteriormente, lo smalto perde di resistenza e si mostrerà più suscettibile ai carichi applicati.

Viene così indebolito.

Durante i miei anni di esperienza lavorativa, mi è capitato di rimuovere delle faccette in composito a pazienti che avevano preferito la via più economica.

In un caso particolare le faccette erano rimaste in sede per diversi anni.

Una volta trovate e raccolte le finanze il paziente si è presentato da me per sostituire quelle vecchie con la ceramica.

Ho eseguito questa operazione più volte nella mia carriera lavorativa.

In tutte le occasioni il risultato è stato sempre lo stesso.

Rimosso il composito lo smalto naturale appariva di colore più scuro, tendente al grigio e pieno di microfessurazioni.

Lo smalto che si presentava era drasticamente invecchiato e non coincideva con l’età anagrafica del paziente.

Anche questa prova clinica è una ulteriore dimostrazione di quanto espresso prima: il composito ha determinato un lavoro maggiore dello smalto abbassando le performance.

Gli esiti clinici e scientifici di cui ti ho appena parlato non vengono rivelati al soggetto interessato, all’applicazione delle faccette dentali.

A mio avviso davanti ad un dato del genere nessuno accetterebbe di applicare sui propri denti questo materiale.

Si parla di composito perché è mini-invasivo e non è necessario limare lo smalto.

smalto invecchiato

Ma cosa me ne faccio di uno smalto che ha 30 anni in più di quello che dovrebbe?

Alla faccia della mini invasività!

È importante specificare che la faccetta in composito non ha le caratteristiche meccaniche per poter stare in quell’area.

Di conseguenza tende a fratturarsi più frequentemente.

Tecnicamente si parla di “chipping”: piccoli pezzi di composito che iniziano in una prima fase a mostrare delle crepe, per poi staccarsi definitivamente.

chipping denti sx
chipping denti dx

In seguito a questi problemi la manutenzione nel tempo è maggiore e l’estetica è penalizzata.

Conclusioni

Spesso la scelta del composito deriva da una valutazione economica: la faccetta in ceramica è decisamente più costosa.

A mio avviso la differenza economica non giustifica gli effetti collaterali descritti.

Probabilmente nel momento in cui l’investimento dovesse essere impegnativo il consiglio è di aspettare.

A volte il non agire è meglio di una scelta sbagliata.

Se quanto espresso sopra non ha chiarito tutti i tuoi dubbi non esitare a contattarmi per un consulto personalizzato.

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    Simone Vaccari

    Simone Vaccari

    Si diploma in Odontotecnica con il massimo dei voti nel 1994, poi presso l’Università Degli Studi di Modena e Reggio Emilia si Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria nel 1999 con la votazione di 110/110 e lode. Negli anni 2000 e 2001 frequenta diversi corsi di aggiornamento negli Stati Uniti e in particolare Los Angeles, California, dove ha la possibilità di appassionarsi e di apprendere le tecniche più moderne e innovative in tema di Estetica Dentale. Nel 2003 fonda a Modena lo Studio Vaccari dove esercita la libera professione dedicandosi prevalentemente alla protesi adesiva ed all'estetica dentale. Relatore a numerosi corsi e congressi in Italia e all’estero, è considerato un punto di riferimento internazionale sul tema delle faccette dentali in ceramica.

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