PARODONTITE, SALVARE I DENTI NATURALI

SALVARE I DENTI NATURALI È POSSIBILE

Shoccante scoperta del Dott. Per Axelsson spiega come è possibile salvare i denti naturali attraverso una ricerca scientifica durata 30’ anni!

La parodontite è una malattia cronica di origine batterica che colpisce i tessuti di supporto del dente (gengive, osso, legamento).
Anche se in molti ne ignorano l’esistenza è in realtà molto diffusa.
Nel nostro paese 20 milioni di persone ne sono affette, di cui il 15% in forma grave (8 milioni).
Colpisce di fatto 1 Italiano su 2 sopra ai 40 anni!
A livello mondiale è la sesta malattia più diffusa e coinvolge circa 800 milioni di individui.
Forse non ne hai neanche mai sentito parlare e ti starai chiedendo come mai è così poco conosciuta nonostante l’ingente numero di casi…
La risposta è semplice…
La parodontite è una patologia asintomatica, subdola e silenziosa.
In molti ne soffrono senza nemmeno saperlo… potresti avercela anche tu senza saperlo.
Purtroppo quando si manifestano i sintomi spesso è troppo tardi.
La più grande preoccupazione che devi avere se ne sei affetto è quella di perdere tutti i tuoi denti naturali!
Timore che condivido e comprendo perfettamente.
La perdita dei denti infatti comporta enormi disagi:

  • Psicologici e Sociali: incide sull’estetica del viso e del volto
  • Funzionali: nella masticazione e fonazione
  • Personali: difficoltà ad accettarsi e a guardarsi allo specchio.

Altri sintomi fastidiosi sono la mobilità dentale o il sanguinamento gengivale che provocano non poche preoccupazioni.
Posso però darti una bella notizia: salvare i denti naturali o quantomeno rallentare gli effetti della parodontite è possibile!
Se sei curioso di scoprire come leggi l’incredibile scoperta che ha fatto il Dr. Per Axelsson.

Lo studio del Dott. Per Axelsson

Tra il 1972 e il 2002 il Dr. Per Axelsson ha condotto uno studio in Svezia.
Se la matematica non è un opinione… il suo studio durò ben 30 anni!

Vennero monitorati 550 pazienti osservando e registrando quanti:

  • Denti venivano persi
  • Carie si manifestavano 
  • Problemi dentali e parodontali insorgevano

L’elemento peculiare di questa ricerca è senza dubbio quello di essere una delle poche che ha monitorato un campione di 550 pazienti così a lungo nel tempo.
Grazie a questo studio è stato possibile verificare cosa succede nel tempo ai denti affetti da questa subdola malattia.

Due tipologie di pazienti

Il Dott. Axelsson ha valutato i pazienti dividendoli in 2 gruppi.

  • Pazienti che seguivano un programma di mantenimento discontinuo
  • Pazienti che seguivano un programma di mantenimento continuo con sedute di richiamo ad intervalli regolari ed analisi dei principali fattori.

A loro volta ogni gruppo era poi suddiviso in 3 sottogruppi per ottimizzare il monitoraggio.

Risultati ottenuti con i pazienti che hanno seguito una terapia di mantenimento accurata

I risultati del gruppo che ha eseguito un’accurata terapia di mantenimento sono eccezionali.
La maggior parte dei denti che sono stati estratti in quegli anni era stata causata da una frattura del dente stesso e non per problemi di natura parodontale.
Il dato sorprendente è che solo 21 denti dell’intero campione sono stati persi per parodontite o per carie.
La media di denti persi esclusivamente per parodontite all’interno del sottogruppo di pazienti giovani era di 0,4 denti, mentre in quello di adulti è stata di 1,8 denti.
Anche la presenza di nuove carie era davvero esigua.
Per esattezza sto parlando di una media di 2 nuove carie all’intero di un sottogruppo.
Questo dimostra come una terapia di mantenimento ben eseguita sia capace di produrre effetti positivi non solo sulla parodontite ma anche nella prevenzione della carie!
Voglio però mostrarti anche gli altri incredibili risultati.
All’inizio dello studio l’indice di placca media rilevato nei pazienti oscillava tra il 50 e il 60%.
Che tu ci creda o no al termine dei 30 anni la media del loro indice di placca era inferiore al 20%!

Cosa significa questo?

Che motivare e istruire all’igiene dentale può portare ad ottenere eccellenti risultati.

Non è tutto.
Sai cos’è il sondaggio dell’attacco clinico (PAL)? 
È un parametro fondamentale per stabilire la malattia parodontale e la sua evoluzione nel tempo.
Questo parametro si ottiene per mezzo di una sonda parodontale ed esprime la distanza tra giunzione smalto-cemento e il punto più profondo di penetrazione della sonda nel solco gengivale.
Tale dato ha mostrato un prevalente guadagno di attacco in tutti i sottogruppi di pazienti coinvolti nella terapia di mantenimento.
In particolare vi è stato un guadagno di attacco sulle superfici riguardanti i siti interprossimali e linguali.
Solo a livello dei siti buccali si è assistito ad una trascurabile perdita di attacco di -0,2 mm di media.
L’indice che esprime la necessità di trattamento parodontale per questi diversi siti è il CPITN.
Il risultato finale è sconvolgente…
Può sembrarti assurdo ma all’inizio dello studio il 27% dei siti necessitavano di terapia parodontale e dopo 30’anni soltanto l’1%!
Da questi dati dovresti aver capito l’importanza che ha una terapia preventiva di supporto accurata.
Non stiamo parlando di uno studio di poche persone nell’arco di un anno, ma stiamo parlando di un monitoraggio di un campione vastissimo protratto per 30’anni!
È a partire dallo studio di Axelsson che ho ideato un sistema in grado di monitorare lo stato di salute parodontale.

Sto parlando della Terapia Parodontale di Mantenimento (TPM).

Ti spiego i 3 principi fondamentali del sistema che ho brevettato:

  • Analisi individuale
  • Identificazione del profilo di rischio individuale 
  • Terapia personsonalizzata 

La terapia personalizzata prevede a sua volta:

  • Una diagnosi parodontale completa
  • La risoluzione delle problematiche 
  • L’identificazione di un percorso definito di “prevenzione secondaria e terziaria” per quei soggetti che hanno già avuto la parodontite.

Che tu ci creda o no a volte basta solo conoscere e adottare certi meccanismi e comportamenti per avere risultati assolutamente efficaci.

Hai bisogno di maggiori informazioni?

Due approcci terapeutici molto diversi tra loro 

Esistono due approcci a mio parere molto diversi:

  • La seduta d’Igiene 
  • La TPM

La prima è spesso definita “pulizia  dei denti” e consiste nella rimozione di placca e tartaro sulla superficie dentale.
Se fatta isolatamente è fondamentalmente inutile.
È come pulire uno specchio una volta ogni tanto.
Dopo poco tempo è di nuovo sporco.
La Terapia Parodontale di Mantenimento consiste invece in un programma terapeutico individualizzato.
Questo prevede che vengano considerati aspetti medici generali con costante attenzione:

  • alla salute del paziente
  • agli aspetti comportamentali (tecniche di igiene orale e corretti stili di vita),
  • all’analisi dentale e parodontale completa

Una comune seduta d’igiene isolata non può essere efficiente.
Al contrario è funzionale solo se è inserita all’interno di un programma di controllo e mantenimento parodontale incentrato sulle singole caratteristiche del paziente.
Analisi dentale e parodontale completa
Anche qui bisogna fare una distinzione tra analisi dentale e analisi parodontale completa.

L’analisi dentale si limita alla sola considerazione di:

  • carie
  • lesioni dentali non cariose (usure, erosioni, abfrazioni, difetti dello smalto).

L’analisi parodontale invece è eseguita con un costante sondaggio parodontale completo e valuta: 

  • indice di placca e sanguinamento al sondaggio
  • profondità di sondaggio
  • recessioni 
  • attacco clinico
  • mobilità dentale 
  • coinvolgimento delle forcazioni. 

Inoltre, verrano aggiornate e riviste le radiografie con cadenza periodica per migliorare il monitoraggio nel tempo.

Salvare i denti naturali è possibile perché la malattia parodontale  può essere tenuta sotto controllo

Alla luce di quanto espresso sopra possiamo sicuramente affermare  che la parodontite può essere tenuta sotto controllo con risultati lusinghieri nel tempo.
Se sei affetto da parodontite non devi più temere di perdere i denti naturali.
Al contrario puoi cominciare la tua sfida per cercare di conservarli al più a lungo possibile.
La strada di certo non è semplice.
Ti richiediamo grande collaborazione e tanto impegno, ma i risultati non tarderanno ad arrivare.
Il controllo dei fattori di rischio e della carica batterica sembrano essere le armi più potenti di cui disponiamo per combattere la malattia.
Prima di chiudere vorrei darti due consigli:

  • Armati di grande volontà e impegno: solo grazie alla tua collaborazione e all’alleanza tra medico e paziente raggiungeremo insieme i risultati vincenti.
  • Affidarti sempre ad un Parodontologo esperto che abbia a cuore la salute dei tuoi denti: sarà la tua guida ed il tuo sostegno in questo difficile percorso che alla fine ti darà grandi soddisfazioni.

In casi di dubbi o chiarimenti, non esitare a scrivermi a questo indirizzo simone@simonevaccari.it, sarà per me un piacere darti le risposte che cerchi.

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    Francesco Bernardelli

    Francesco Bernardelli

    Laureato in Odontoiatria e Protesi Dentaria all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia con lode. Finalista al Premio H.M. Goldman al 13° Congresso Internazionale SIdP (marzo 2007). Socio attivo SIDP e membro della Commissione editoriale (2020-2021/2022-2023). Coordina i Corsi annuali della SIDP nelle due edizioni (2021-2022) ed ha partecipato in qualità di relatore ad eventi nazionali e internazionali. Ha eseguito studi di ricerca clinica pubblicati su riviste internazionali. Attualmente si occupa prevalentemente di parodontologia e comunicazione.

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