Implantologia dentale: sostituire denti persi con gli impianti dentali

By 6 Marzo 2018Marzo 1st, 2021Approfondimenti, News

Implantologia dentale: sostituire denti persi con gli impianti dentali

Partiamo dalla storia degli impianti dentali

Possiamo affermare che l’uomo è sempre stato interessato a ripristinare gli elementi dentali persi. Lo testimoniano i ritrovamenti di protesi rudimentali, realizzate dagli egiziani e risalenti a 3.900 anni prima di Cristo, che miravano a risolvere il problema dell’edentulia (mancanza di denti). Si trattava per lo più di denti che venivano riposizionati con fili metallici attaccandoli ai denti vicini. Lo scopo di queste protesi era sicuramente quello di recuperare almeno in parte la funzione masticatoria; mentre, sebbene la cività egizia fosse molto raffinata, l’estetica dentale era, all’epoca, ancora un sogno lontano.

Il 1900 è stato un secolo segnato per quasi tutta la sua estensione dalla protesi rimovibile, nella sua versione parziale (scheletrato) o totale (dentiera).

La protesi rimovibile è stata ampiamente utilizzata fino agli Anni ’70 e ’80, poi nei primi Anni ’90 qualcosa è cambiato. Verso la fine del secolo, infatti, sono comparsi gli impianti dentali.

Gli impianti dentali hanno conquistato rapidamente un’ampia fetta di mercato e oggi rappresentano la prima scelta terapeutica per il paziente che ha perso uno o più denti e vuole recuperare la piena funzionalità masticatoria, oltre che ritrovare il piacere di sorridere, soppiantando di fatto la protesi rimovibile, ormai andata in disuso.

Questo significa poter offrire alle persone anziane (o anche giovani, ma che hanno avuto poca cura della loro salute orale) un’eccellente alternativa al triste e deprimente rituale che impone di togliere la dentiera prima di coricarsi, immergendola durante la notte in un bicchiere che contiene acqua e disinfettante, per poi indossarla nuovamente il mattino dopo.

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Cos’è un impianto dentale?

Un impianto dentale altro non è che una “radice” artificiale di titanio che può essere inserita nell’osso in sostituzione della radice naturale andata perduta. Sull’impianto di titanio poi può essere avvitata una corona in ceramica che ripristina la stessa funzione masticatoria ed estetica del dente naturale che troviamo in una bocca sana.

Le due tecniche utilizzabili per gli impianti dentali a carico immediato

L’arrivo degli impianti in odontoiatria è stata una rivoluzione. E oggi, grazie alle più moderne tecniche implantari è possibile eseguire delle riabilitazioni complete, che interessano l’intera bocca, nel giro di sole ventiquattro ore.

Il paziente entra in studio la mattina, completamente senza denti o solo con i pochi residui, si pratica l’anestesia locale completa dell’arcata interessata e si inizia l’intervento chirurgico.

Il primo passo è rappresentato dall’eliminazione dei denti rimanenti, per proseguire con il posizionamento dentro l’osso degli impianti necessari.

Esistono due tecniche: la prima, prevede l’utilizzo di due impianti anteriori verticali e due lunghi obliqui posteriori, detta “all on four” (traducibile in “tutto con quattro”); la seconda, detta “all on six”, prevede l’utilizzo di sei impianti posizionati paralleli uno all’altro, due anteriori, due laterali e due posteriori. Questa seduta chirurgica, a seconda della tecnica, dura tra i sessanta e i novanta minuti.

A questa fase, segue quella della presa delle impronte di precisione, molto delicata in quanto tramite queste l’odontotecnico specializzato inizierà la preparazione della protesi nei brevi tempi tra l’intervento e la consegna.

Il paziente viene dimesso con le opportune terapie e invitato a presentarsi nell’arco di ventiquattrore circa, per la consegna del manufatto protesico. Questa seconda fase avviene con il bloccaggio della protesi sugli impianti, che risulterà quindi avvitata e stabile, generando una grande sensazione di comfort al paziente, soddisfatto dal grande risultato estetico raggiunto e dal rispristino completo della funzione masticatoria.

Va evidenziato che, pur sembrando una tecnica molto invasiva, questa procedura clinica comporta un minimo disagio per il paziente, che integra velocemente la nuova struttura artificiale nel proprio cavo orale, godendo subito di grandi benefici senza subire effetti collaterali.

Quando ho conosciuto questa tecnica, diversi anni fa, ne ho subito intuito le grandi potenzialità per il ripristino della salute e del benessere del paziente, e la consiglio sempre come elemento risolutivo per il ritorno alla vita attiva con piena soddisfazione e luminosi sorrisi.

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    Simone Vaccari

    Simone Vaccari

    Si diploma in Odontotecnica con il massimo dei voti nel 1994, poi presso l’Università Degli Studi di Modena e Reggio Emilia si Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria nel 1999 con la votazione di 110/110 e lode. Negli anni 2000 e 2001 frequenta diversi corsi di aggiornamento negli Stati Uniti e in particolare Los Angeles, California, dove ha la possibilità di appassionarsi e di apprendere le tecniche più moderne e innovative in tema di Estetica Dentale. Nel 2003 fonda a Modena lo Studio Vaccari dove esercita la libera professione dedicandosi prevalentemente alla protesi adesiva ed all'estetica dentale. Relatore a numerosi corsi e congressi in Italia e all’estero, è considerato un punto di riferimento internazionale sul tema delle faccette dentali in ceramica.

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